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ARRETRATI > 2001 > SETTEMBRE > 13



13 settembre 2001


> m e s s a a f u o c o


Lettori,

riesce ancora difficile credere a cio' che e' successo a New York e a
Washington e a darsi per questo spiegazioni plausibili. Ci proveremo in
poche righe, molto personali, che come al solito, andranno un po' in
dissonanza rispetto alla stampa tradizionale. Speriamo di provocare in voi
riflessioni e analisi sui tragici fatti da inediti punti di vista. Mandateci
le vostre impressioni.


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CONTI E TORNACONTI
Lo leggevamo da anni su molti libri di fantapolitica, lo andavamo a vedere
al cinema con i pop corn in molti film catastrofisti. Ecco la Realta',
stavolta senza pop corn. Tutti a gridare all'arabo che ha spento il
proiettore e che semina il terrore, con il volto di Bin Laden che assomiglia
sempre piu' a quello di Hitler. E in pochi si guardano indietro, per
rileggere i giornali di 15-20 anni fa, cercando di capire chi ha messo
Laden in condizione di diventare ultraricco: e' stata la Cia, che lo ha
usato per combattere i russi in Afghanistan. Come fece con Saddam quando
serviva combattere l'Iran.

Ebbene, dopo 20 anni di politica estera americana condotta all'insegna del
proprio e unico tornaconto, all'insegna del menefreghismo piu' totale
rispetto alle battaglie di civilta', dopo 20 anni il conto all'America,
alla fine, e' arrivato.

Fermi: neppure uno degli innocenti rimasti sotto le macerie di New York con
questo non si devono e si possono giustificare. Ne' gioiamo come ha fatto
qualcuno, anche se non so cosa si prova quando ti sterminano la famiglia, un
popolo; quando tu chiedi aiuto e nessuno ti ascolta. Da anni avvertivamo il
bussare disperato alla porta dell'immobile Occidente.
Ora si sono attaccati al campanello.

Ma nonostante cio', razionalmente, non crediamo che gli arabi abbiano
responsabilita' in questa tragedia, e scendere in strada a picchiare il
primo che ti capita sarebbe una reazione stupida. Direi spaventosamente
americana.

Ma nonostante il loro presidente, nonostante il Pentagono, non e' questo il
momento delle dure recriminazioni anti-Usa, anche se questa caccia all'arabo
ci spaventa non poco. Non basta infatti avere i soldi e la disperazione per
progettare e realizzare un atto simile. Ci vuole ben altro spessore. E di
'servizi' in grado di mettere in piedi quel 'film' che abbiamo visto
martedi' ce ne sono pochi al mondo. Un nome? Israele.

Come si diceva, non e' questo e' il momento di lasciare gli Usa in un angolo
con le proprie colpe, ed e' giusto che ci sia una gara di solidarieta' per
far tutta la luce possibile sulla terribile vicenda. E a questo proposito,
fra ieri e oggi, ci ha colpito un assenza. Quella di Tel Aviv, che gia' due
ore dopo l'attentato faceva rientrare tutte le sue rappresentanze
diplomatiche in patria. Davvero una gran bella figura nei confronti del suo
piu' grande alleato in ginocchio.

Per concludere, cerchiamo di pensare avanti, a un nuovo ordine mondiale che
avra' sempre bisogno dell'America, anche se cio' che e' accaduto
'autorizzera' gli Usa ad avere sempre piu' "ragione" in qualsiasi loro atto
di polizia internazionale nel mondo.

Non siamo riusciti sinora a darci risposta su chi avesse piu' da guadagnarci
con un atto simile, ma sappiamo chi ne ha avuto piu' da perderci: il
dissenso verso le politiche di Usa e Israele, i paesi ancora oggi piu'
potenti al mondo.




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PianetaPress è una testata iscritta al Registro Stampa del Tribunale di Modena n°1451 - 30 Ottobre 1998.
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