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30 luglio 2001 Cari lettori, la nostra redazione si prende qualche giorno di vacanza sino al 27 agosto lasciando acceso il ventilatore delle riflessioni. Se non siete bolliti mandateci le vostre. Sui fatti di Genova, ma anche su Pianetapress: considerazioni, complimenti, critiche. Vi aspettiamo. GENOVA PER NOI Sui fatti di Genova, amici, rimane poco o moltissimo da dire. Dopo una lunga campagna di allarmismo, il morto chiamato e' arrivato. I media hanno abboccato e il pur terribile fatto luttuoso ha distolto le telecamere dalle altre 250mila persone che pacificamente erano giunte a Genova per dire ai grandi del mondo: FATE SCHIFO! E loro, invece di farsi un bell'esame di coscienza e ammettere qualche marachella, hanno messo su una campagna di strisciante allarmismo sperando di scoraggiare le adesioni a Genova. Che invece crescevano. Cosi' eccoli riprendere in mano la vecchia strategia della tensione per convincersi che, qualche giorno prima, era il momento di far scoppiare delle bombette (Fede credeva che la VHS fosse un porno con la Marini. A Mastella invece i proiettili sono arrivati solo ieri: si era sbagliato a scrivere l¹indirizzo di casa sua). Intanto la polizia aveva il tempo di prepararsi studiando la citta' al centimetro, per farsi trovare pronti contro gli inevitavili provocatori aizzati da tanta tensione preconfezionata e regalare al contempo un servizio d¹ordine efficace attorno alla manifestazione. Al contempo. Loro studiavano invece dove e quando sguinzagliare quella jeepetta con due sfigati di leva dicendo loro: "Tranquilli, avete la pistola" e a provocare i due morti. Perche', amici, non hanno ammazzato solo Carlo Giuliani, ma anche il carabiniere, il quale ora si trova in mano una bella lapide di 'legittima difesa' con allegata una nuova identita' da non rivelare a nessuno. Mi ricorda il personaggio di Bertrand Blier in "Amici Miei atto secondo", quello al quale fanno credere di essere una pedina importante della banda, per poi convincerlo a fuggire (che risate) e trovarsi una nuova identita' a Reggio Calabria. Ci mettera¹ un po' per capirlo, ma alla fine anche il carabiniere sapra' di essere rimasto vittima di un sistema inguardabile che ha tradito pure lui. "Violenti che non siete altro, ce l'avete con noi rappresentanti di Stato eletti democraticamente", urlano dai loro salottini vellutati. Patetici. Guardate cos'e' diventata in bocca a voi la parola democrazia. Siamo abbastanza cresciuti per capire che la prepotenza del vostro denaro e delle multinazionali ha falsato la competizione, ha generato la corruzione, ha reso il suffragio universale sempre piu' un'illusione. A-pathos: senza partecipazione, apatia: principio antagonistico alla partecipazione e dunque alla democrazia. Ce l¹hanno promessa a tutti. Apatia alimentata dai soprusi, dalle disuguaglianze, dall'impunita' e dalle telecamere. Le loro, gia', perche' quelle del centro stampa del Genoa Social Forum che avevano ripreso scene 'devianti', le hanno distrutte in un applaudito blitz a sangue freddo dal sapore cileno. Non sappiamo se il 20 luglio 2001 sara' ricordato in Italia come il temuto passaggio dallo Stato di polizia latente a quello dichiarato, contro il quale la violenza gratuita non serve, anzi. Ma sappiamo che bisogna credere in una calma cattiveria, in una forte contrapposizione, per riportare in carreggiata la disperazione politica e il velletarismo patologico dei sabotatori. Non abbassare le richieste, non chiedere un aggiustamento umanizzante del neoliberismo, ma continuando ad opporvisi frontalmente. Come? Trasmettendo speranza, anche a costo di prendere le botte. Io a Genova non le ho prese, ma il figlio del giornalista Ormezzano si'. Sanguinante e tumefatto, ha detto al padre di aver perso per sempre i suoi ideali. Il padre ha avuto una terribile scossa e oggi dice - gli ideali di suo figlio dimorano in lui. Il padre di Carlo Giuliani non e' solo, le trasmissioni continuano. Le nostre a partire da lunedi' 27 agosto in poi. Riposate il corpo, non la mente. Ciao Marcello Targi Parmeggiani
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