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23 novembre 2001 Grazie a tutti i nostri lettori che ci hanno inviato commenti sull'edizione atipica di ieri, una compilation-brivido di notizie tutte convergenti verso rimonte piduiste e limitazioni alle liberta' di pensiero e di giudizio. Di vostri interventi ce ne aspettavamo francamente di piu', ma riassumendoli in due righe c'e' chi dice: "fate venire due palle" e chi invece, preoccupato come noi dall'aria che tira, osserva il paese appiattirsi sulla propria indifferenza chiedendoci che fare. Per ora leggere, anche se puo' far venir due palle. Con il nostro editore Giovanni Sonego abbiamo scelto per voi e noi tutti Noam Chomski (in fondo diciamo chi e', per chi non lo sapesse), secondo me uno dei piu' grandi ritrattisti dei sistemi autoritari di tutti i tempi. Vi salutiamo dandovi appuntamento a lunedi'. Buon fine settimana a tutti. > v i e d i f u g a "Chi governa con la violenza tende ad adottare una concezione comportamentista: cio' che le persone pensano non e' troppo importante; conta molto di piu' quello che fanno; devono obbedire e la loro obbedienza e' garantita con la forza. Le punizioni in caso di disobbedienza variano a seconda delle caratteristiche dello Stato: in URSS le punizioni potevano andare dalla tortura psicologica all'esilio e alla prigionia, ovviamente in condizioni terrificanti. (...) "I sistemi democratici procedono diversamente, perche' devono controllare non solo cio' che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non e' in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero puo' portare all'azione, percio' la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. E' quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i principi della religione di Stato. Tali principi non devono necessariamente essere affermati, anzi, sarebbe meglio darli per scontati, come implicita cornice del pensiero pensabile. I critici rafforzano questo sistema accettando senza discussione tali dottrine e limitando le proprie critiche alle questioni tattiche che sorgono al loro interno. Se i critici vogliono ottenere il rispetto ed essere ammessi al dibattito, devono accettare, senza fare domande, la dottrina fondamentale secondo cui lo Stato e' di per se' buono e guidato dalle piu' nobili intenzioni, cerca solo di difendersi e non si presenta come soggetto attivo nelle questioni mondiali, ma semplicemente reagisce di fronte a crimini altrui (...). Se persino i critici piu' severi adottano queste premesse senza discuterle, allora l'uomo comune potrebbe chiedersi, chi sono io per dissentire? Piu' la disputa tra "falchi" e "colombe" si inasprisce, piu' si rinsaldano le dottrine della religione di Stato, ed e' proprio a causa del loro notevole contributo al controllo del pensiero che i critici sono tollerati, anzi onorati, perche' si attengono alle regole" "I mass media sono solo uno degli elementi del piu' vasto sistema dottrinale: ne fanno parte anche i giornali di opinione, le scuole, le universita', gli studi accademici eccetera. (...) Questi settori del sistema dottrinale servono a distrarre il popolo ancora grezzo ed a rafforzare i valori sociali fondamentali: la passivivita', la sottomissione all'autorita', la virtu' suprema dell'avidita' e del profitto personale, l'indifferenza verso gli altri, il timore dei nemici, reali o immaginari, eccetera. Lo scopo e' di fare in modo che il gregge disorientato continui a non orientarsi. Non e' necessario che si preoccupino di quel che accade nel mondo. Anzi, non e' desiderabile: se dovessero vedere troppo della realta', potrebbero farsi venire in mente di cambiarla". Tratto da: Noam Chomsky, "La Fabbrica del consenso" (1984) - in "Liberta' e linguaggio" ed. Tropea 1998 e "I cortili dello Zio Sam" - Ed Gamberetti Noam Chomsky e' uno dei pochi grandi intellettuali che, sin dagli anni '60, non hanno mai rinunciato ad essere coscienza critica della societa' occidentale, scuotendola in ogni suo libro o saggio sulle reali e mutevoli forme del potere.
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