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26 marzo 1999 terzo giorno di guerra nei Balcani. SENZA TITOLO Adriatico Est. Notizie di bombe sulla periferia di Belgrado, su Nis e su Novi Sad, nonche' sulle postazioni avanzate serbe in Kosovo e in Montenegro. I giornalisti dei Paesi che partecipano agli attacchi Nato sono stati espulsi dalla Serbia e allontanati da Pristina, dove si teme una vasta offensiva delle truppe di Slobodan Milosevic. Chi ha abbastanza soldi parte dalla confinante Macedonia, dove la psicosi della guerra ha scatenato la rabbia del 2% dei serbi locali (30% sono invece albanesi) contro le ambasciate occidentali della capitale Skopje. Fonti Nato affermano che gli aerei in queste ore stanno attaccando per la terza notte consecutiva i Balcani si stanno dirigendo verso "obiettivi militari e infrastrutture economiche". Il regime di Belgrado parla gia' di un centinaio di vittime serbe e da' consigli alla tv su come comportarsi in caso di bombardamento, a seconda del suono di sirena. Fonti dell'Uck albanese parlano di massacri sommari in Kosovo. Adriatico Ovest. Aerei militari sfrecciano a bassa quota sui cieli di Puglia, Friuli, Romagna. Per la terza notte consecutiva, dalle coste salentine, si possono vedere le scie luminose dei missili sparati sul Montenegro. Apprensione per la dichiarazione in Italia dello stato di emergenza, ma ad Otranto numerosi volontari hanno trasformato un vecchio mattatoio in un centro di accoglienza in grado di accogliere un centinaio di persone. "Da queste parti - dicono - da anni e' emergenza". Se in Puglia si temono comunque ingestibili sbarchi di massa di profughi, in Romagna si preoccupano per le possibili prenotazioni turistiche straniere annullate. I molti atleti atleti serbi che giocano nei massimi campionati italiani di calcio, pasket, pallavolo e pallanuoto parlano all'unisono ai giornalisti italiani: "La Nato non ha il diritto, il Kosovo e' un problema interno alla Serbia". La Camera ha approvato stasera la mozione di fiducia della maggioranza su quella che D'Alema ha chiamato la "dolorosa necessita' " dell'intervento, anche se comunisti e leghisti hanno criticato aspramente il governo. Berlusconi chiede le dimissioni di D'Alema - finita la guerra - per non avere piu' una maggioranza. Scalfaro si rimangia infine le dimissioni anticipate che peraltro non aveva mai annunciato publicamente. Passa intanto in secondo piano la tragedia del traforo del Monte Bianco. Solo oggi infatti sono state spente le fiamme dell'incendio che ha bruciato per due giorni provocando, sinora 23 vittime accertate. Il traffico e' ancora interrotto. E' tutto. Anche domani Pianeta Press offrira' una - crediamo - doverosa sintesi delle notizie sulla guerra oltre Adriatico. Un saluto Marc
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